08 December 2007

Sabato sera

Sabato sera,
la gente è fuori, si diverte, si gode l'unica serata libera della settimana.
Il fatidico sabato sera.
Io sono rimasto in casa. Da solo, per scelta. Perchè non avevo voglia di uscire, non avevo voglia di fare, ero stanco, ero forse depresso.
E mentre tutti si divertono nessuno pensa che altrove c'è gente che soffre. Persone che vivono la sofferenza nella più totale solitudine.
Tutti sono capace di mostrarsi addolorati al momento dell'esplosione, ma solo i migliori sanno restare per aiutare i feriti.

Sabato notte, di sotto le macchine continuano a sfrecciare senza pausa. L'aria fresca rotola intorno al mio corpo nudo. Le notti di dicembre sono gelide come l'acqua dell'oceano. Ma poco importa perchè questo mio corpo sta per essere congedato.
Mi viene da domandarmi cosa realmente abbia importanza. Quali siano i dettagli veramente significativi e quali senza significato.
Mi chiedo se forse non bisognerebbe ribaltare tutti gli schemi che abbiamo. Dare importanza ai soldi e tralasciare gli affetti.
Cosa è davvero importante?
L'amore? La felicità? La serenità?
Il successo? Il denaro? Il rispetto?
Forse è più giusto essere stronzi e infedeli, predatori senza scrupoli.
Le mie dita dei piedi si intorpidiscono per via del freddo. Le mani si contraggono spasmodicamente per riscaldarsi. Il cuore sobbalza.
Sono in attesa di qualcosa che non so se arriverà. Forse sono semplicemente in attesa del coraggio.
Lunghe ombre di angoscia mi avvolgono. Mi domando se sono abbastanza forte.
Ho tanti sogni, tanti progetti. Ho voglia di diventare qualcuno, voglia di amare, di conoscere nuove persone, vivere nuove passioni.
Ma è tutto così sbiadito che non sembra nemmeno concreto. La mia realtà è coperta da un velo di polvere che rende il tutto nient'altro che un sogno.
La musica continua a suonare mentre le macchine sfrecciano come piccole biglie impazzite.
Tra me e il vuoto c'è il vuoto. E un sottile ago di speranza conficcato nella mia nuca.
Mentre percorro un passo fallace mi vengono in mente tutti i motivi per non fare quella pazzia: le lacrime di mio madre, lo stupore di mio padre. Lo sbigottimento nei miei amici.
Quel falso sbigottimento di chi c'è al momento dell'esplosione, ma subito dopo se ne va.
Ma ormai è troppo tardi, il mio piede ha già superato il limite dell'equilibrio, tutto il mio corpo si sbilancia in una danza di morte.
Mi ricordo che una volta mi sono anche innamorato di un sogno.
Ormai è troppo tardi. Il vuoto assottigliandosi mi avvicina al nulla.
Sono nulla e precipitando nel nulla ne diverrò parte.
Lascio i miei sogni a qualcuno più caparbio di me.

1 comment:

Anonymous said...

Di nuovo tristemente simile… ma oggi ho deciso di dirti chi sono… anche perché non credo che lo avresti mai lontanamente sospettato…

È triste come magari, dopo averti scritto queste poche righe, mi vedrai sotto un altro occhio, forse mi crederai più intelligente di altra gente o magari solo un pò più stupida…

È triste sapere che ho dovuto scriverti tutte quelle cose per dimostrarti che anch’io sono come te… che tutti sono come noi… o almeno, la maggior parte.

Crediamo di essere unici, bè non è una novità che ci vengano a dire di rimettere i piedi per terra... perché i nostri sono solo sogni, e anche se siamo bravi a parlare, te l’ho detto, non abbiamo prove concrete della nostro sentirci in qualche modo “estranei al mondo”. Ti ho scritto quelle cose, ma non ti ho voluto scrivere subito chi ero, perché se così avessi fatto le mie parole avrebbero avuto un sapore diverso…

Di certo, non avrebbero avuto lo stesso effetto.

Sai, anch’io amo scrivere… e spero di diventare brava come te...

“Ok… ma dove vuole arrivare??tutto questo perché??? ” Ti chiederai…

tutto questo per dirti che le persone non sono quello che sembrano… per dirti che bisogna sempre partire dal presupposto di trovare qualcosa e non di rimanere a mani vuote… leggendo quello che hai scritto leggo quasi il terrore di chi non si aspetta più nulla, di chi è eternamente relegato allo stesso punto di partenza… ma non per obbligo.. semplicemente per scelta.

Credi davvero che sia tutto qui?? Che non ci siano alternative?? Che tu sia diverso e non capito… credi davvero che il problema sia il mondo che ci ruota attorno…?

E’ tutto relativo… paragoniamo la vita a una storia a fumetti

Il nostro è un mondo ipocrita, è vero,bigotto, imprigionato nel suo stesso pensiero di potenza e ricchezza… ognuno vuole un posto, nessuno vuole rimanere a mani vuote… nessun amico, nessuno su cui contare tranne che te stesso…

Ma è davvero così…? A volte crediamo di essere soli, crediamo di essere vuoti dentro, di non avere niente a cui credere o nessuno perché tutti ci hanno voltato le spalle…

Ma non sarà così in eterno.. coloro che ci hanno voltato le spalle, forse a un certo punto si fermeranno e penseranno a chi hanno lasciato indietro, sulla loro strada... coloro che ci hanno trattato male, ripensando a noi, si accorgeranno delle attenzioni che gli dedicavamo e si ricrederanno… nulla è scontato

Se parti con buone intenzioni, ti feriranno, o troveranno in qusto doppi fini... ma ciò non deve impedirti di non fare del bene… perché la vita va presa in tutti i suoi aspetti..

Se vuoi criticare la vita.. fallo! ma non tralasciare il fatto che c’è chi ci vuole bene… o sei davvero convinto che siamo nati per essere infelici??

Sarebbe troppo facile puntare il dito, gridare forte “è colpa vostra!!!”

Ma a volte dobbiamo pensare che tutto dipende da noi… e davvero… tutto ruota attorno a noi.. e non a quello che fanno gli altri… non attorno al sistema, non attorno alle persone che crediamo non ci capiscano...

Poi io non so se tu scriva queste cose perché le senti, dentro, o solo perché speri che qualcuno, leggendo quello che scrivi, rimanga impressionato da te… quindi il mio consiglio è valido solo per la prima ipotesi…


“ognuno sia artefice di sé stesso”

ricorda...
non voglio farti da maestra... spero che questa esperienza ti sia utile... potremmo parlarne qualche volta, magari nella vita reale





baci

Chiara Turchetti