23 May 2008

I'M BACK

Se sei pronto a seminare, se hai voglia di raccogliere un po' del dolore che i tuoi passi hanno fatto emergere dalla terra umida..
Se hai voglia di metterti su quel libro che da così tanto tempo fingi di non vedere, se ti senti grande, se ti senti piccolo.
Se ti senti voglioso di strappare tutti i cartelloni pubblicitari della città. Se ti senti in grado di saltare da un palazzo all'altro, come Peter Parker.
Se hai voglia di esser meglio degli altri. Se non vuoi essere nè emo nè scemo nè punk nè indie nè niente. Se hai voglia di esser meglio. Punto.
Cosa ti rimane per le mani? Un po' di musica, violenta, dolce, scanzonata e felice. Un po' di mondo in questo angolo di tenerbra. Un po' di luce, prego.
Cosa hai per le mani? Vita? Violenza? Egoismo? Oppure forse ti resta solo un pochino di orgoglio per cercar di improssionare tutti gli altri che non capiscono quanto tu sia immenso.
Allora fermati, corri, arrestati e annusa il profumo dei capelli della ragazza più bella della città. Accarezza l'ombelico rotondo e delicato con un piercing al centro. Stringi quella felpa color fegato che nasconde ma risalta il suo corpo di donna.
L'universo è un continuo turbinio di confusi nulla. Tutto si stringe attorno a te per lasciarti nella più totale sordida oscurità. Silenzio ovattato. Caos con i bassi così forti da farti vibrare i sentimenti.
Sii coraggioso, alza ancora il volume, puoi solamente premere di più su quell'acceleratore di vite che di solito chiamiamo noia. Puoi solamente sentirti migliore, puoi soltanto accettare ciò che sei. Poi corri corri fin quando puoi, non ti fermare fino a quando tutto il mondo non è rimasto indietro. Eccoti, stai arrivando al nucleo arfente del significato.
Stai avvicinando quel tiepido nulla, quell'ardente bolla di sapone che sai, perchè lo sai, che non puoi toccare. Non puoi toccarla e basta. Se la tocchi esplode, gli schizzi ti finiscono negli occhi. Eccetera eccetera.. quante volte dovrò ripetertelo.
E la mano si alza come per dart iuna sculacciata, ma alla fine quella sculacciata non arriva, perchè tua madre è troppo buona, lei deve urlare per farsi rispettare, a te basta uno sguardo troppo liquido per scioglierla.
Ritorna in te. Il passato richiudilo nei dvd delle filmine. Il presente è tutto quello che hai. Non puoi fare altro che cercar di afferrarlo forte forte fino a quando il ritmo della musica non si è asservito ai tuoi bisogno. Allora sarai tu a dirigere il ballo.
è il caos. è la rabbia e la gioia. VUoi danzare? Danza! Vuoi sognare? Fallo! Eccoti! Qui e ora. E lei è bionda bruna castana e i Suoi occhi hanno mille colori quanti possono essere i tuoi stati d'animo.
Quelli che vengono. QUelli che vanno.
..e quando tutta la musica, i ballerini, i tuoi amici un po' brilli che si agitano intorno a te, quando tutto questo comincia a rallentare..
..quando i rumori si fanno lunghe lingue di colore musicale..chiudi gli occhi e ascolta..
..chiudi gli occhi perchè questi pizzichi di chitarra, questi tamburi soffusi..sono ciò che sei..
..ascolta le parole, ascolta i suoni..
..ascolta le pause che scandiscono i tuoi ricordi..
..eccoti..finalmente..
..dopo tutto quell'agitarsi ti sei ritrovato.. eppure era tutto così semplice, no? Bastava fermarsi ed ascoltare..ascoltare le voci dei tuoi amici, ascoltare l'eco dei tuoi passi, lo sfregare della biro sul foglio, gli aliti rumorosi.
Era tutto qui..eri tutto qui..
..bastava poco non vedi..
..ora ascolta.

20 May 2008

PROMETEO

..Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa, un pensiero od un racconto sui limiti della ricerca..
Avevo poche idee lo ammetto..questo è quello che ho partorito..

PROMETEO

È come il sesso. Che quando si va oltre al piacere si cade nella perversione.
È come il sole di agosto. Che quando si va oltre alla tiepida abbronzatura si finisce ustionati.
È come le immersioni. Che quando si va oltre le proprie possibilità si rischia di affogare.
È come Icaro. Che non seppe frenare le sue ali quando gli dei glielo ordinarono e finì per cadere nell’oceano per non farne più ritorno.
E così sarebbe dovuto essere il mio lavoro. Allo stesso modo avrei dovuto fermare la mia mano una volta che questa aveva osato troppo. Mi sono spinto oltre quel limbo di incerta licenziosità che mi concedeva di sperimentare ciò che nessuno aveva mai sperimentato.
Come Icaro ho oltrepassato il limite della tracotanza.
Ora il mio lavoro è il mio crimine. Ora ciò che ho creato è ciò che devo distruggere.
Ho superato quella muta barriera etica che separa il mio lavoro di scienziato da quello di un fanatico. Sono entrato in una sfera di peccato che compete ai pazzi, non agli uomini di scienza.
Sono un professionista della scienza, eppure ho trasgredito i miei giuramenti.
Sono un cattolico, eppure ho peccato contro la famiglia, contro Dio.
Però questo è tutto ciò che da anni sognavo, questo è tutto ciò per cui da anni vivo. Dal sei ottobre duemila, quando il mio piccolo Marcel è stato investito da quella macchina assassina e, a soli tre anni, ha dovuto abbandonare questi luoghi, il suo parco giochi, il suo trenino preferito… con quale diritto Dio potrebbe biasimarmi per quello che ho fatto se Lui ha avuto la presunzione di decidere di strapparmi mio figlio? Quale Dio fa questo ad un uomo qualunque e si permette poi di vietarmi di toccare il mio paradiso per un giorno, un mese o un anno, cento anni?
Nelle ultime settimane mi sono interrogato e mi sono risposto che me lo merito, che è la mia ricompensa, la mia panacea.
Marcel non aveva fatto nulla per cui dovesse esser punito. Marcel era candido, era innocente. Eppure Tu hai voluto metterlo su quella strada, hai voluto che quella macchina incrociasse quella strada. Tu hai voluto che lui morisse.
Nelle ultime settimane ho superato quel limite che tutti si sono sempre posti. Ho infranto i limiti ma l’ho fatto per una causa giusta, per una motivazione più grande di qualunque speculazione. Ci sono ragioni umane che vanno oltre ogni legge o ogni dogma. Ci sono sogni, ci sono speranze, ci sono dolori al di là di qualunque polemica, di qualunque disegno di legge o referendum.
Nessuno può permettersi di giudicare su una sfera così intima e così ingiudicabile. Nessuna legge, nessuno può dirmi se seguire o no il mio sogno.
Il mio stesso cuore è a pezzi per ciò che ho fatto, il mio stesso cervello mi grida di scappare, cancellare tutto questo. Eppure questo bambino che tengo tra le mani è tutto ciò che in questi otto anni ho sognato. Gli stessi occhi e le stesse manine.
Non si possono porre limiti a certi bisogni. Io non parlo solamente di me. Parlo di chi sogna di avere un bambino, o di chi sogna di potersi salvare da una malattia che non gli lascia scampo. Parlo di tutti coloro che la medicina potrebbe aiutare ma che le leggi tengono lontani da queste possibilità.
È ora di smetterla con questo buonismo o questo spirito falso e bigotto. Io sono stato il primo, io sono il Prometeo di un nuovo mondo che conoscerà una nuova rivoluzione di spiriti e di culture.
Ognuno ha diritto di avere la sua felicità, sempre rispettando l’eticità dell’esistenza, ma senza lasciare che falsi buonismi gli neghino il suo pezzo di paradiso.
Io sono il primo. Dopo di me saranno milioni.
Questo bambino è Marcel e questa volta non lascerò che nessuno me lo porti via.

02 May 2008

Profumo..

When all my hopes are falling down.
When all my purposes are becaming just dreams.
When all my dreams are disappearing...
I asked myself which my road is. I try to find the right way, the right solution, the right way of being.
I know, it's impossible to understand. But I can't just accept that I'm a fake person, that I'm a hopeless guy. I will never accept my wrong way of living, of thinking, of loving..of being.
I will change..I promise I wil change.
This fear is thrilling me; this dark feeling is becaming a sort of slipknot that let my breathless.
I am drowning, I am fucking lost in this damned hell.
I am alone. Everyday, in every single moment, this solitude brings my hands and put them into a dark water, into a dirt water..my destiny, I guess..
Every single moment I see my demons that lick me and I touch with my fingers the body of my sin. The mouth, the fine smile, the perfect form of her face. The sweetness of her parfume.
I feel lost. I fall alone. I feel I'm falling.
No one like you, because you're going to be my torturer.
I hope you will be kind with my frail heart.
But yes..I am definitely ready to my end.

01 May 2008

Questione di numeri?

Cari amici e cari amiche,
carissimi, oserei dire
ero in macchina, alle3e30della mattina. Viaggiavo lungo le strade di una Cesena addormentata, forse narcotizzata. Scivolavo sulle ruote della mia vettura, rotolavo come l'immagine di una moneta che rotola sul tavolo. Curvavo, acceleravo, frenavo, curvavo, frenavo. Acceleravo. E, ogni tanto, grazie a Dio, pensavo. Interrompevo la meccanica esecuzione della guida e pensavo.
"Se ora, in questo istante, lanciato ad ottantaquattro chilometriorari, mi lasciassi condurre frontalmente contro un muro, immerso in questo oceano di silenzio, che accadrebbe? Se io lasciassi che il mio corpo venisse ucciso e sconvolto dalle lamiere, se semplicemente mi abbandonassi alla semplicissima idea del morire, cosa accadrebbe?
Chi mi piangerebbe? E come? Quante persone sarebbero addolorate?Sono abbastanza?"
Perchè vi mancherei? Per quale motivo la mia tragica fine sarebbe dolorosamente significativa per voi?
Beh ovviamente per alcuni la risposta è facile: per le persone che mi amano da tempo, per quelle che ormai sono storia nella mia vita. Ma mi chiedo, tutti voi con i quali ho sì un legame d'affetto, ma verso i quali non c'è quel moto di amore che sconfina nel protettivismo, cosa fareste e cosa pensereste se io mi schiantassi proprio qui, sullo spigolo di questo mondo?
Parole parole parole parole.
Pensieri e parole.
Quanti sareste a sgranare gli occhi e dire No..non è possibile..
Quanti sareste a pensare che tutto sommato è un peccato che io non sia più qui?
Quanti sareste a riflettere sul fatto che io avevo tanti sogni, che io miei tanti sogni sono ormai incastrati tra quelle lamiere?
Quanti sareste a capire che parte di quei sogni sono proprio qui, tra queste righe che ogni giorno leggete come se fosse per voi un impegno?
In quanti riuscireste a sentire la mia mancanza non solo fra i banchi di scuola o in un contatto che da grigio non diventa più verde, ma anche nei pomeriggi noiosi e sonnolenti, ma anche nei momenti in cui pensate ai cavoli vostri, coi vostri amici e con i vostri amori? Certo è facile sentire il dolore quando non si ha altro da fare..è molto più difficile sentir la mia mancanza quando si pensa agli altri.
Amici miei, amiche mie.
Alzatevi e pensate a quante persone, che voi vi illudete essere amiche e amici, in realtà non vi reputano altro che tappabuchi in un tempo elastico che ha bisogno di continui rattoppi.
Amici miei, amiche mie.
Pensate di essere in cima ad un grattacielo, al centesimo piano di quell'edificio immenso. Pensate tra le braccia di chi vorresti lanciarvi, pensate tra le braccia di chi, dopo una caduta folle di cento piani, vorreste trovar la salvezza...avrete molto sorprese.
Carissimi, forse...non siate qui per me per farmi un favore per esser gentili perchè in fondo non costa nulla così poi si aggiotna il numerino delle visite giornaliere per far un piacere a Lorenzo che poi è conteno anche se alla fine me ne fotte il cazzo di cosa potrebbe esserci scritto tanto in fondo sta roba è troppo lunga e noiosa e sembra che le frasi non debbano finire mai..
Amici miei, amiche mie.
Guardatemi negli occhi e cercate di capire se avreste voglia di piangermi su un mucchio di terra oppure no...
Amici miei, amiche mie...
Amici miei? Amiche mie?




ps:Post nr.100..fatemi gli auguri!!