26 April 2008

Essere umano

Un essere umano. Un essere umano.
Essere umani. Mani umane.
Rimani in piedi con gli occhi nudi, fissi sulle tue mani, sporche di vita e di vene. Fuori il mondo è diventato una spirale confusa, i colori mischiati, i sogni incrostati di lacrime nere.
Nella notte nera della città i lampioni sfrecciano senza controllo verso il tuo passato; le luci che si muovono come lucciole lanciate contro il buio. La strada sotto i tuoi piedi che perde della sua linearità. E la strada diventa un continuo inciampare, uno scivolare sui propri errori, su tutti quei difetti che cerchi continuamente di migliorare, di mondare dal tuo spirito. Ma ogni volta la tua persona, che è semplicemente, ineluttabilmente, inevitabilmente sbagliata, si ritorce contro se stessa e ti sgambetta, ti ostacola per farti infine cadere in quel burrone senza fondo che ti accoglie, caldo come una donna, dolce come una droga, violento come la morte.
Rimani in piedi, cosparso del tuo stesso fuoco, con gli occhi fissi sulla tua umanità prostrata e violentata. Osservi con terrore te stesso. Quello sei tu.

15 April 2008

La

Una ballerina. Il corpo esile, i muscoli forti e allenati, il tutù nervoso.


Oggi è il giorno del debutto, oggi mi gioco tutti questi mesi di fatica. In piedi dietro le quinte, fremendo, col fiato che si rincorre, aspettando il momento giusto.


Ripassava tutti i passi mentalmente, si ripeteva il ritmo nella testa, lo distribuiva in tutte le fibre del suo corpo. Diventava tutt'uno con il parquet, con il sipario, le luci. Pronta a quell'esplosione nel pubblico.


Dondolava la testa, per avvertire il sottile scricchiolio del suo collo.


Era una macchina perfetta, era potenza leggerezza e armonia concentrate in un punto di infinita grazia.


Nulla contava più: i dolori , i gossip dell'esistenza, i rumori, il sibilo del pubblico in attesa.


Era etere.


Si fuse con il silenzio. Poi la sua nota, il suo trampolino, esplose in un turbinio di colori e volteggi...

Questo non è un vero post..

Questo non è un vero post.. per quello mi servono un altro paio di giorni, ma sappaite che sto preparando qlcs..
Volevo solo linkare questo intervento di un caro amico riguardo le elezioni appena passate.
Io personalmente ho votato il PD, non per false illusioni ma per una convinzione reale.
Vi lascio il link, leggete perchè vengono dette cose intelligenti, interessanti, profonde. Potrete poi essere d'accordo o meno, questo spetta a voi deciderlo, ma questo post è qualcosa che va letto.
Per pensare, per riflettere, soprattutto per interrogarsi.
Qualcosa non è andato e non va tuttora in un'Italia malata di destrismo becero, di celodurismo da paese che si è lentamente trasformato in partito di milioni di voti.
Pensate.
Nessuno ha la verità in tasca ma tutti noi abbiamo l'obbligo di interrogarci e muoverci verso un futuro migliore.

06 April 2008

In uno sbuffo di farina

C'è una ragazzina dalla pelle chiara, sottili lentiggini traspaiono sulle guance, i capelli rossi le incorniciano il volto. Il suo viso morbido, gli occhi profondi e intelligenti, il suo collo esile disegnano la sua figura impaurita nella notte solitaria e silenziosa della città. Sembra tutto addormentato.
Lei cammina lungo il marciapiede guardando di nascosto il mondo intorno a sè. Le macchine posteggiate che finalmente si godono il loro meritato riposo, i lampioni invece sempre all'erta. Dall'altra parte della strada c'è un uomo con un grembiule, vestito tutto di bianco. Le sue mani ed il suo viso sono coperti di farina. Anche per lui la notte è momento di lavoro.
Intanto lei continua a camminare solitaria, con le mani ben affondate nella sua giacca calorosa, la lana che le punge dolcemente il collo. Cammina e si sente bene a fondersi con quella quiete innaturale. Quella via, quella città, che di giorno sembrano il centro del mondo, che alla luce del sole si affollano di persone infuriate, ora non sono altro che strade deserte, di cui lei è padrona.
Ora, solo per un istante, tutta quella grande via, quella stradona così imponente, diventa il suo territorio, lei è il capo e lei è l'unica regina di quella strada.
In piedi davanti a lei la sua migliore amica.
Quanti mesi sono passati da quando te ne sei andata.. quante settimane, quanti giorni passati a piangerti, a sentire la tua mancanza in ogni sospiro.
-Ciao- dicono tutte e due contemporaneamente.
Poi scende il silenzio. Le due bambine quasi donne si osservano e aspettano di vedere cosa accade. Poi la regina della notte estrae una mano dalla tasca tiepida della giacca e fa per protenderla verso la sua amica, verso il suo alone. Le lacrime cominciano a scendere rapide ed abbondanti. -Quando torni?-
-Sai che non tornerò...sai che ormai ho lasciato questo posto, questa città caotica e piena di frastuono. Il posto in cui mi trovo ora è molto più silenzioso. Ho tutta la quiete di cui ho bisogno per riflettere sulle cose. Però vedo che nel tuo regno sei riuscita a creare un piccolo angolo di quiete...è per questo che sono qui ora.
Anche se sono partita già da un po' non perdo occasione di venire da te, raggiungendoti in sogno o sfiorandoti durante la giornata, senza volerti distogliere dal tuo compito di regina...voglio solo che tu sappia che io sono lì con te.-
Le due ragazze si fronteggiano. La più concreta ha una mano sollevata a mezz'altezza verso quella che sembra più evanescente. -Quindi non torni?-
Un sorriso si allarga... -Io sono già tornata...anzi non me ne sono nemmeno mai andata sai? è per quello che sono qui ora con te-
La regina, piena di mantelli e pietre preziose, osserva la sua mano regale poi la lascia ricadere nella tasca.
Intanto la ragazza coi capelli biondi, ormai quasi trasparente, solleva la sua, in un gesto di saluto forse non adatto ad una regina, con la mano aperta, immobile. Infinita.
Lentamente tutto l'incantesimo sparisce e la bimba dai capelli rossi si ritrova infagottata nella sua giacca rossa che la punge in maniera dolce. Il freddo ora le abbraccia i contorni delle orecchie, la punta del naso. Un uomo vestito di bianco tossisce grassamente prima di rientrare nel portone del suo negozio, in uno sbuffo di farina.

04 April 2008

Siamo in due

Esistono i numeri, esistono le stagioni. Esistono solo concetti che si contano.
Solo ciò che è calcolabile, ciò che è stampabile su uno scontrino è reale.
Allora cosa sono i miei sentimenti? In quale categoria vengono raggruppati? Questi dolori, queste emozioni, da dove vengono e dove sono destinate ad atterrare?
Mi faccio queste domande...rimango senza risposte...
Ogni giorno convivo con nostalgie, con desideri, con ridicoli fremiti. Cos'è tutto questo? La musica che mi sento dentro, la rabbia e l'amore...
L'unico modo per rendere tutto questo più reale, quasi concreto, è riversarlo qui. In queste pagine, in queste decine di centinaia di lettere che lascio come impronte del mio passaggio...
Affido tutto a questo confuso e ridicolo spazio virtuale, forse nella speranza di trovar qualcuno che lasci il suo pensiero qui, insieme ai miei. Forse per potermi guardare indietro e vedere il percorso che ho intrapreso, per non dimenticare mai da dove vengo.
Forse solo perchè sono solo. Perchè voglio sentirmi come in due. Io e me stesso. Io e quell'altro, meglio di me, più poetico, più lirico, più di me.
Tutta questione di punti di vista.
Intanto vi lascio questi infiniti cori, queste rime che graffiano la superficie della mia scialba vita.
Non c'è illusione non c'è speranza.
Ci sono solo io e voi.
Fatevi vivi. Tutti voi. Tutti coloro che passano e leggono queste singhiozzi sprechino un minuto del loro tempo e lascino la loro traccia. Scrivete e ditemi chi siete, quanti siete, perchè tornate qui e cosa è tutto questo per voi.
Statemi bene. Spero di sentir la vostra voce forte e chiara.
Perchè io sono parte di voi ora. Sono entrato in voi così come voi entrate in me.
Siete il mio pubblico, i miei amici, siete i miei boia.
Siete i compagni di quest'avventura.