Ogni giorno, al suono della sveglia, apro gli occhi stanchi, sbatto queste palpebre di cemento e inalo la prima boccata di ossigeno della giornata.
Ogni mattina, con una lama che sembra raschiare contro la mia schiena nuda, faccio lo sforzo per alzarmi dal letto e vivere.
Ogni maledetto giorno compio altri passi, che si impilano a quelli precedenti e che lentamente, inesorabilmente, mi conducono verso il niente.
Ecco cos’è la vita. Una sequenza imprecisata di passi, di sbadigli e di sveglie che scandiscono il ritmo della tua esistenza. Forse la vita non è nient’altro che cercare in un qualche modo di dare un senso, a tutti questi passi.
La vita probabilmente è un sentiero che noi rendiamo più o meno impervio e che, per tutti nessuno escluso, porta in un burrone senza fondo; nel quale possiamo limitarci a svanire. La vita come una bomba ad orologeria. La vita come eterno precipitare. La vita come sadico gioco di ruoli.
Ogni giorno osservo il mio volto rimanere identico al giorno prima, ogni giorno con gli stessi occhi tristi, con la stessa pelle tesa. Ogni giorno con un rammarico nuovo da caricarmi sulle spalle.
Il gioco terribile della vita consiste nel costringerti ad accettare tutto quello che ricevi senza chiedere senza poter fare diversamente. Un gioco che ci intrappola dal primo, all’ultimo giorno.
Ecco cos’è la vita, ecco qual è la nostra gabbia. Ecco il pantano in cui stiamo affondando.
Perché ogni giorno devi infilare le scarpe e immergerti fino alle cosce nella merda della tua esistenza, senza alcuna speranza di uscirne, senza speranza di evitare quel supplizio. È la tua ricompensa per aver accettato questo regalo che non hai mai chiesto, ma che ti è stato comunque dato.
Ogni giorno il tuo ruolo è quello di affondare in questo pantano un centimetro di più, aspettando di affogarci. Aspettando di riempirti la bocca e il naso di quella nefandezza che ci ostiniamo a chiamare vita. E l’amore? L’amore che ruolo riveste in tutto ciò? Possibile che sia null’altro che il contorno di una pietanza a base di fango e bile? Possibile?
L’amore.
L’amore è semplicemente la morfina che ci permetterà di non soffrire troppo quando il blob che chiamiamo vita ci inonderà i polmoni, stracciandoli. Poi riempirà la nostra cassa toracica fino a saturarci, ma a quel punto noi saremo già morti, perché una volta che sei stato violentato a quel modo, perdi ogni tipo di forza. L’amore non si spiega né con i concetti né con le parabole. L’amore non ha regole perché non ha senso.
Questa mattina, destato dal suono fastidioso della sveglia, apro gli occhi. Sbatto le palpebre come per togliervi la polvere. Rimango immobile ascoltando la sveglia ruggire sempre più forte.
Dalla porta entra rumore di casa, di famiglia. Dalla finestra giungono i vagiti di una città che sta cominciando a mettersi in moto.
Come ogni giorno.
Come ogni giorno.
Rimango immobile nel letto ascoltando la mia barba crescere. Sentendo i respiri accavallarsi. Non c’è scampo. Me ne rendo conto ogni secondo di più. Non esiste via di fuga da questa trappola. Non ci sono uscite, non c’è aria, non riesco più a mettere in fila i respiri.
Non riesco a ragionare. Mi manca l’aria nella bocca e la lingua mi si sta seccando. Sento i battiti irregolari mentre la sveglia sembra impazzire. Il fango dalla sua pozza balza dritto per dritto contro di me. Piano piano si stende per tutto il letto e è ovunque intorno a me. La sveglia diventa una fanfara di trombe tamburi e grancasse. Mia madre entra in camera mia proprio mentre il fango mi sta riempiendo la bocca. Il suo viso diventa una maschera di terrore, mi vede contorcermi sul letto con le mani sul cuore.
No non è al cuore, è sulla faccia, è nella bocca e nelle orecchie. Mi strangola sempre più forte. Mia madre terrorizzata e io divento sempre più paonazzo. Sento il fango che mi stride fra i denti e pizzica le mie narici, e nelle orecchie bombarda i timpani con cannonate. Sento che mi scende in gola con un sapore come quando cadi e annusi l’odore della terra nuda. Mi sta per fare esplodere. Mia mamma parla ma io non riesco a sentirla perché le mie orecchie sono piene di fango. Lei sparisce mentre la melma mi copre gli occhi e preme su di essi. Mia madre si lancia su di me. Il fango è dappertutto.
Voglio vivere.