Osservo il mio riflesso nello specchio e, nel frattempo, afferro il fondo tinta più chiaro che trovo tra i prodotti di mia madre. È quasi bianco.
Senza distogliere lo sguardo da me stesso comincio a spalmarmi e a distribuirmi sul volto quella maschera opaca che mi trasforma gradualmente in un viso di cera con gli occhi azzurri che sfavillano nel bianco.
Questa è la mia forma di ribellione.
Prendo da una tasca il rossetto nero che ho comprato per l’occasione e comincio a disegnare scuri solchi sui miei occhi e le mie guance. Sottolineo i contorni delle mie orbite, la linea delle mie labbra, le pieghe del mio sorriso. Piano piano mi trasformo in un agghiacciante satiro.
Guardando il nuovo me stesso che si riflette nello specchio osservo il mio corpo, nudo e fragile, che trema come una foglia nel freddo autunnale.
Spalanco la bocca e il rosso violento della mia lingua fa esplodere il bianco e il nero e d’improvviso divento un demone dell’inferno, divento uno spettro vendicatore.
Come una circonferenza ritorno al punto di partenza, mi vedo stupido e ridicolo. Mi lavo la faccia e mi vesto. Il lavandino imbrattato di nero e bianco sembra perdere i contorni.
Come una circonferenza. Odio tutto questo.
29 January 2008
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment