08 April 2007

Perchè?

Un po' di malinconia.

Non so cosa scrivere.

Un ragazzo si è ucciso perchè i suoi compagni lo prendevano in giro.

Malinconia perchè siamo tutti colpevoli.

Perchè ci mentiamo l'un l'altro? Perchè non sappiamo tener a freno i nostri istinti? Perchè non perseguiamo la fedeltà ma siamo molto più inclini al tradimento? Perchè ci piace vedere il sangue? Perchè ci fermiamo solo quando è troppo per noi? Perchè non pensiamo mai che magari per gli altri era troppo molto tempo fa?

Perchè un ragazzo si è dovuto lanciare nel vuoto per far tacere i suoi coetanei?

Perchè tutti i suoi amici piangono solo adesso? Non potevano dispiacersi anche prima?

Perchè le persone sono cattive? Perchè sono cattivo?

Perchè i nostri desideri non possono mai essere accontentati? Perchè quando abbiamo il paradiso cominciamo a sognare di peccare? Perchè ci nascondiamo?

Il mio sangue è un lago nel pavimento. Il mio polso trema.
Io il sangue ce l'ho sempre messo, il mio. Non ho mai voluto farne versare ad altri per me.
Ma ciò non toglie che sia una persona terribile.

Il Piccolo Principe si alza in piedi dal suo letto di foglie e si pulisce in fretta gli abiti. Cammina per la foresta e osserva il silenzio che lo circonda. I cadaveri cerca di non pestarli per non mancar loro di rispetto. Di fronte a lui volano alti i falchi.
Li osserva e sogna di poter esser come loro. Di potersi librare e andarsene da tutto e tutti. Di scappare dagli affetti. Di poter godere della vita come si fa con una puttana. Poter passare prendere come più gli piace il piacere che più preferisce, aver la libertà di essere un giorno rude un giorno dolce come la seta. Di passare una notte d'amore con una donna e ritrovarsi la mattina dopo con una donna diversa.
Un falco vola più alto degli altri, poi plana leggermente su un ramo su cui si posa con una grazia innaturale. Non si muove una foglia. Sembra che il falco non abbia peso.
Il Piccolo Principe guarda i suoi ingombranti piedi che schiacciano le foglie e le rompono, pesanti come macigni su foglie di carta crespa.
I suoi piedi cominciano ad affondare, il loro peso che aumenta ogni istante, rigonfiato dalla consapevolezza della propria inevitabile natura di essere umano legato a rapporti stereotipati da una ipocrita benevolenza.
Le radici e le catene lo trascinano sotto terra sempre più velocemente. Il terreno è soffice e lo accoglie come la valva di un'ostrica.
Prima che la vista del mondo si sottragga ai suoi occhi, il Piccolo Principe li socchiude leggermente e avverte il falco levarsi dal suo ramo.

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