10 March 2008

THIS IS ME THIS IS WHAT I AM

Forse è il momento di parlare, tralasciando le storie le virgole e tutte quelle cose complicatamente belle. Perché alla fine chi scrive qui sono io e chi ci mette la testa e il cuore sono io. Quindi alla fine l’argomento di tutto questo sono io, no?
Alla fine quello che scrivo qui è riflesso di quello che vivo nel mio aldiquà. Alla fine non c’è nessuna finzione. Allora è il momento di parlare, di dire cosa sento, di dire cosa sono. Perché magari cospargermi di estetismo porta solo a fraintendermi. E tante volte finisco che non riesco ad esplodere come vorrei, o dovrei. Alla fine mi dilungo in fiocchi tanto lucenti quanto trasparenti.
Io sono io. Io sono io e alla fine io sono protagonista di tutto questo schifo. Alle fine queste storie, questi monologhi tante volte deprimenti sono solo lo specchio di quello che sono e di quello che vorrei dire alla gente, solo che molto spesso filtrando le cose allora finiscono per diventare nebulose.
Allora vi dico cos’è la mia vita.
Vi dico cosa sono io.
Io sono una persona, un essere umano, sono un diciottenne che alla fine sogna sogna e tutto quello che può ottenere è uno spazio virtuale, che nemmeno esiste, in cui vomitare di tanto in tanto nella speranza che qualcuno possa adorare quello che scrivo. Sono un diciottenne con tutte le sue sfighe.
Eppure qui mi fingo qualcos’altro, mi fingo qualcosa di etereo che genera immagini, poesia, genialità. Sono una merda che cerca di sputare diamanti. Sono la terra che sogna il cielo e sono gli occhi marroni che vorrebbero essere azzurri.
E per favore non pensate che io sia sempre sull’offensiva: è tutto il contrario. Se volessi essere cattivo, se volessi dire tutto il male che penso non scriverei di certo testi che cercano di essere belli. Scriverei tutto l’acido che ho in bocca e sarebbe uno schifo.
Io sono sulla difensiva, mi nascondo e ogni tanto sparo qualche lamentela o qualche timido versetto arrabbiato. Ogni tanto faccio l’arrogante per non dover abbassare sempre gli occhi e subire in silenzio. Eppure tante persone dicono che sono presuntuoso, vanitoso e via dicendo.
Non voglio dire di no perché non sono nessuno per dire cosa o come sono ma perlomeno il mio intento non è quello. Io mi sono aperto, e mi sono scoperto. E per un sacco di tempo sono stato bene.
Ma è stato proprio aprendomi agli altri e entrando io stesso dentro loro che ho cominciato a trovare un marcio che loro nemmeno riescono ad intuire.
Io sono io e scrivo quello che sono. Mi dispiace essere sbagliato e essere alla fin fine semplicemente debole. Perché alla fine questi testi sono un capriccio per cercare e ottenere l’attenzione degli altri, di quegli altri di cui mi lamento. Questi testi non sono di velluto ma rimangono nella loro piatta normalità. Niente che si eleva al bello e niente che si schianta nello schifo. Mediocre. Come me.
Allora cosa faccio?
Io continuo in questo coro solitario di lamenti, di bla bla bla e di suppliche.
Io sono io e vorrei non dovermi lamentare di voi per poi in realtà implorarvi di essere un po’ migliori. Io sono io. Purtroppo. Quello che scrivo sono io e io sono solo quello che sono. Anzi. Quello che scrivo è meglio di quello che sono perché in quello di scrivere posso riversare tutti i miei sogni e le speranze che nella realtà vengono costantemente disilluse.
Questo blog continua la sua patetica attività. Continua a sfornare merda e a servirvela su pizzi ricamati con gemme e quant’altro. Ma il tutto rimane comunque una pietanza, a base di merda.

1 comment:

Anonymous said...

ma perchè merda???....certe volte li trovo un pò tristi.e nn vorrei che tu fossi così...main altri hai perfettamente ragione!!