12 August 2010

Vento

Rimanere a lungo sotto la doccia calda fa bene all’anima. Anche al cuore.

Piove umido su una rabbia acerba, sul continuo nervoso che permea questi giorni, questi momenti. Qual è il problema? Beh, è una questione di piccole speranze, di dolci illusioni, che si spengono ed accendono. Prima è il sole poi è il black out.

Niente ti disseta e per questo non riesci a rispettare niente. Vorresti essere là ed in quel tempo, non qui ed ora. È difficile e difficilmente comprensibile. Non è chiaro e non lo è nemmeno per me.

Sento che dentro la mia mente c’è vita, attività, un piccolo neurone corre impazzito. Eppure sono immerso in questa marmellata: dolce ma maledettamente mediocre.

Ci si vomita addosso perché ci si rende conto di condurre una vita insipida: vuoi prendere scappare andare. Oppure desideri un dramma, una sofferenza che ti veda protagonista. Hai bisogno di quel lato di violenza che rende ogni storia unica. “Tutte le famiglie felici sono felici allo stesso modo. Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. È tutto qui, l’ha già detto quel russo bastardo. È una sofferenza a renderci speciali, è l’esser protagonisti di un dramma che allieta la nostra sete.

E allora ti vedo davanti a me, immagino il tuo corpo la tua pelle e i tuoi capelli. So che sei irraggiungibile e ti avverto lontana. Allungo una mano sulle tue spalle, sui tuoi seni. Lavo con un sapone di dolore il tuo corpo e la schiuma corrode i miei occhi, il mio naso, ogni via che porta il mio respiro verso il mondo. Le mie mani scorrono su di te spellandosi e graffiandosi. Eppure è dolce come una notte di pace. È bello ed è quello che vorrei.

Tu io lei. Sempre dove può cadere un peccato nella distanza nella consapevolezza nel corpo dentro il tuo, nel peccato che scivola tra le tue labbra nel dolore che esplode dalle mie mani.

Esiste un attimo in cui il silenzio diventa pace, in cui la forza diventa musica. In cui il corpo diventa un vate. In cui le mie mani sono radici e tu puoi nutrirti di me.

E sei una droga e sei un cerchio, e io dipendo da te e tu mi costringi a questo doloroso ritornar su me stesso. Per me per il mio dramma. Bagno le mie dita nella tua presenza, bagno le mie labbra con le tue. Scivolo e volo all’ingiù dentro un inferno di possibilità.

Tu tu tu tu tu tu tu. Cazzo tu. Sempre tu. Mai io. Io ho smesso di esistere. Tu tu tu tu tu tu tu e la mia rabbia. Solo rabbia non presenza, non essenza, non consistenza. Non ci sono sono tuo e sono invisibile e tutto quello che posso fare è rimanere fradicio di desideri sotto il getto di una doccia calda. Sentire il tuo corpo in un vapore, vedere i tuoi occhi dentro una goccia.

Brucio e con me brucia la mia casa la mia storia la mia famiglia i miei sogni le mie mani i miei occhi. Mi piace da impazzire questo dolore atroce nel petto. Mi piace sentire le tue labbra come ferri ardenti sulla mia pelle. Le tue mani come rostri che strappano lembi di pelle, i tuoi occhi che scavano il mio volto. E mi sfregi e mi strappi e mi sputi e mi insulti con ogni tuo movimento. Sai mordere fino ai nervi.

Io e te. Con una paura fottuta. Nella confusione di un lenzuolo, nei tuoi capelli sparsi come pugni di sabbia sul cuscino. Io fermo senza più parole perché me le hai strappate tutte dalla gola. Tu stesa, ad ogni respiro un seno si scopre, bianco come il latte. Ti osservo e sulla tua schiena si riflettono tutte le luci della città. Di tutto il mondo. Della mia prigione. So di esser qui. So di non capire cosa tu, abbracciata in quel lenzuolo, sia. So che ogni istante serve per innamorarsi di quello successivo. So che un corpo spezzato può raddrizzarsi ma non risaldarsi. So che esistono angoli di buio in cui è concesso lasciar crescere muffe e ragnatele. So che tu hai la forma di uno spaventoso peccato.

Solo non so, mentre ti guardo, fermo immobile, cosa tu stia sognando.

1 comment:

Anonymous said...

assurdo. capita di non leggerti per molto tempo.
poi, un mercoledì mattina qualunque, di quei mercoledì mattina che dovresti studiare o comunque fare altro (decisamente molto altro), gli occhi ti cercano nella colonna dei preferiti.
ecco.
ti ho trovato.
leggo. posso perdere anche delle ore dietro a queste righe.
e mi innamoro. fottutamente ogni volta, aggiungerei.

Laura