13 March 2010

Anima

Incredibilmente ci sono ancora.
Io. Noi. Me.

Lo strano concetto di un'anima all'interno di un cassetto. Stretta in un pugno.
Mi domando cosa devo aspettarmi dal domani.
La mia scuola, la mia famiglia. I miei affetti.
Tutto ciò è finto. Falso. Inutile. Volatile.
E' olio bollente. Che se provi ad avvicinare la mano finisci per bruciarti.
Mi domando a cosa devo puntare?
L'amore il lavoro il successo la felicità?
O forse devo semplicemente rimanere qui dove sono. Perchè l'equilibrio è dentro di noi, e muovendoci ed agitandoci non facciamo altro che impedire a noi stessi di rendercene conto.
Il mio sogno è uno.
Uno.
E proprio perchè è uno è irraggiungibile.

Esisto? Ci sono?
Queste frasi non hanno nemmeno niente di bello.
Una volta era prosa. Era forte. Era.
Ora sono cocci sparsi. Che per me non hanno senso. Figuriamoci per chi si avventura tra queste pagine.
Sono i vagiti di un bambino che non ha nemmeno imparato a parlare.
I giorni, scorrono. I sogni, appassiscono.
Ci si sente soli.
Soli soli soli.
Sole.

Luce.
Dov'è la luce?
Qua è solo un gran buio. Nessuno vede niente.
Ho anche dei "lettori fissi", ho scoperto oggi.
Me l'ha detto Blogger.
Lettori fissi.
Persone che vogliono sapere quando e cosa scrivo.
Grazie....................
l'unica parola che riecheggia piena di senso.
Grazie perchè siete dei coraggiosi.
E soprattutto, se avete letto cose vecchie, siete pazienti: magari sperate che un giorno io ricominci a scrivere. Scrivere.
Non spargere muco e lamenti.
Scrivere.
Ho racconti, idee, cose. Ho storie.
Fatte finite raccontate.
Sono in un cassetto.
Io non sono uno scrittore.
Quindi rimangono lì.
Incomplete, piene, gravide.

Dammi delle regole, e io infrangerò il mondo.
Fammi esplodere. Dammi tritolo energia acido sperma pelle flash luci dischi capelli sorrisi piercing nomi carni occhi.
Dammi entità atte ad esse bruciate.
E io ti darò la più semplice delle opere d'arte. Ti regalerò il latrato del cane rinchiuso in una stanza.
Non sono niente. Per questo posso tutto.
Posso permettermi di rimanere steso sulla spiaggia, lambito dalle onde. Di mattina. Ore 4. Io sono lì. Posso permettermelo perchè io non esisto.
E continuerò a non esistere perchè in questo modo posso perdurare nel mio dimenarmi.
Che per me è vita.

Non capisco.
Le mie parole. Le mie frasi. I mie lamenti.
Sono come lamiere.
Sono acuminate.
Sono sgradevoli.
Eppure. Qualcuno rimane "fisso". Qualcuno vuole sapere perchè e cosa.

Incredibile.

Tutto ciò mi fa andare avanti ancora di più.
Guardo le persone.
Mi sento diverso.
Guardo gli amici.
Mi sento incompreso.
Guardo le ragazze.
Mi sembro inadatto.
Guardo il futuro.
Mi sento.
Guardo.
Sento.

Grazie.
Io vado avanti.
Con la mia musica i miei sogni, i miei tentativi, le mie debolezze, le mie grida, i miei odori, i miei occhi.
Io vado avanti. Supero tutta la fila di persone davanti a me.
Non ho tempo di aspettare perchè mi stanno aspettando.
Di là da quel muro, c'è qualcuno che mi aspetta. Non importa quanta gente abbia conosciuto. Non importa quanto male io abbia sparso. Non importa che la mia anima sia ora gonfia di pus. Non importa che la mia fine ci sia o meno.
Importa che di là ci sia qualcosa.
Non posso sopportare l'idea.

Sabbia, polvere. Un disneyano cerchio della vita.
Non posso.
Non ci riesco.
Non ci credo.

Ho bisogno che al di là dell'ostacolo non ci sia solamente la disgregazione.
Ti invoco.
Perchè ho bisogno di te.
Ti invoco.
Perchè altrimenti non ce la farei.
Ti invoco.
Senza sapere il tuo nome, il tuo colore.
Ti invoco.

Anima.
Io ti invoco.

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