La luce da verde diventa gialla, infine si assesta tremolante sul rosso. La pioggia continua a scendere fastidiosamente come un vaporoso corpo solido; il tergicristallo viaggia avanti e indietro avanti e indietro senza sosta.
Scatta nuovamente il verde e lentamente lasci la frizione…la macchina saltella in avanti e dai gas.
È appena mezzanotte e tre quarti ma questa parte della città sembra essere completamente addormentata. Qualche casupola sparsa qua e là in mezzo ai campi, i lampioni malandati ai bordi della strada. Ti senti come in mezzo al nulla.
Mentre la macchina accelera tu ingrani le marce: la seconda, la terza, e anche la quarta.
Anche se i limiti di velocità sembrano sconsigliartelo tu continui ad aumentare la tua andatura, continui ad accelerare e il rombo della macchina si fa sempre più insistente.
In mezzo alla pioggia vedi poco o nulla; la strada ampia, l’illuminazione che diventa più un fastidio che un aiuto. Sei concentrato al massimo delle tue capacità, osservi ogni frammento di realtà che riesci a percepire tra gli schizzi dell’acqua, segui la linea lucida al centro della strada. La lancetta continua a salire e tu ingrani la quinta.
La tua macchina, piccola, certamente non fatta per corse folli su una strada affogata, guaisce flebilmente mentre il contachilometri prosegue la sua scalata.
130… 140…
Ti senti un fruscio sull’asfalto, un alito improvviso e repentino che sfreccia a tutta velocità. Intanto nella radio riesci ancora a percepire il fischiettio di una canzone dei Beatles che canta di Jude e della sua vita difficile…
“..Hey Jude, don’t make it bad..”
160…170…
Ecco la tua vita, ecco la natura viscerale della tua vita: ecco ti a sfrecciare come un pazzo nella notte, con le ruote che accarezzano l’asfalto, lanciato come un anatema attraverso una strada di campagna dimenticata da Dio.
Non c’è dettaglio che ti sfugga; non c’è curva che non imbocchi con precisione assoluta, non c’è lacrima che trattieni. Con gli occhi feriti continui la tua corsa; senza espressione, senza sentimento dipinto sul viso se non quelle due lacrime parallele che ti percorrono il volto. Hai in mente solo la strada e la velocità.
180…185…
“…and anytime you feel the pain, Hey Jude refrain…”
Non capisci cosa ti spinga a volare sulla strada con quella aggressività, con quello spirito di rivalsa.
Alla fine tutto si spegne, la velocità, la realtà che sfrecciava via come se inesistente diventa nuovamente concreta. Da lontano vedi i fari rossi di una vettura che ti precede; rallenti, scali in quarta poi in terza, ti adegui alla sua andatura.
Ora sei di nuovo parte di questo mondo.
Non è nemmeno l’una di notte di sabato sera eppure ti senti esausto e vuoi solo andare a casa a dormire.
“…Hey Jude don’t make it bad...”
03 February 2008
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1 comment:
"passano i giorni passano i mesi...ma sotto quella faccia ormai sconosciuta sotto quello strano sorriso e sotto quegli occhi meno azzurri di un tempo..il piccolo principe rimane sempre se stesso"...stava pensando la ragazza e guardandosi allo specchio non potè fare a meno di notare le due grosse lacrime che gli segnavano le rosse gote..è la magia del ricordo...ti voglio bene
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