07 October 2009

Stringi un corallo...

Un funerale? Cazzo è il mio!
Un problema alla testa, mi verrebbe da dire. Oppure forse è stato il fatto che ho odiato tutti, dal primo all'ultimo, dal primo all'ultimo minuto?
Però cavoli...eppoi è qui, qui vicino alo sterno, che mi si stanno condensando tutti i conati di coscienza. So chi sono io, me lo ha spiegato Freud. So perchè mi esprimo, so perchè faccio blablabla, me lo ha spiegato Derrida.
Troppo colto, troppo ignorantemente attaccato ad un particolare, come fosse il primo, con il desiderio di diventare un n-logo. Merda.
Prossima canzone. Parte questo valzer...mah!
E io intanto assisto al vosro ballo, e mi chiedo come sarebbe se mi piacesse come piace a voi. O come sarebbe se avessi le palle di sbraitare.
Morto. Come Mia Martini. Beh, sono in buona compagnia. Quantomeno.
Aspetto una sentenza. Anche se...sinceramente...non ho tanta voglia di saperlo. Meglio crogiolarsi nell'attesa piuttosto che scontrarsi con la realtà del "detto".
Una canzone gitana. Almeno il mio funerale è divertente; voi ballate, vi parlate, sorridete.
Che peccato non esserci più.

Per te. Che hai detto detto eppoi non c'eri.
Per te. Che hai promesso eppoi hai preferito un adulatore al mio sincero interesse.
Per te. Che non leggi queste righe perchè è più difficile di giocare a FarmVille (Vaffanculo!)
Per te. Che con la panza nuda balli un ballo che mi avevi concesso.
Per te. Che preferisci tutto il resto.
Per te. Che continui a dire di capirmi, eppure non capisci nulla. E sei un niente.

Ormai è finito il tempo, mi concedo un ultimo bicchiere. Bianco, per favore.
Intanto un'immagine di me da bambino cammina verso il buio (o forse è immensamente chiaro?), cammina eppoi quando arriva in fondo inciampa e si volta indietro con gli occhi gonfi di lacrime.
No, non piangere.

Per te, che ridendo hai saputo spezzare i fili che tenevano insieme questo scatolone di burattini. E che mi hai privato anche del desiderio di mettere in fila i respiri. Che mi hai fatto stringere il volante più forte di quanto non avessi mai fatto. Che hai reso la spiaggia piena di cicche sigarette un'esotica spiagia bianca di nuvola.
Che mi costringi a pensare al mio funerale, piuttosto che all'agonia di un giorno, e di quello dopo.

Niente amici perchè è più semplice; fortunato per via di un dono, che diventa una tettoia dove rifugiarsi, quando il mattino comincia a far bruciare la mia ombra di vampiro.
E quindi, da vampiro, rimango chiuso nella mia bara. E assisto al mio funerale.

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