22 October 2007

..forse un addio..

Non ho davvero più niente da scrivere.
Sono finito.
Non tornerò fino a quando non sarà successo qualcosa.
Se mai succederà.
Doveva davvero finire così?

21 October 2007

Lasciatemi alle spalle, perchè non rimarrà niente di me in voi...

Scrivo e non riesco a lavarmi via dalla pelle l’odore di queste mie sofferenze. Non riesco a distaccarmi da questa spazzatura che sarebbe poi la mia vita. Avrei tanto voglia di ottenere qualcosa di esplosivo, di imprevedibilmente meglio del solito. Il jackpot.
Chissà se il problema è in me. Sono mesi che me lo chiedo, sono sempre qui, di fronte al mio computer, nella stessa stanza, nella stessa casa, con gli stessi fogli sparapagliati come soldati caduti. Ci penso di continuo e mi rendo conto di non conoscermi. L’unica cosa che ho è la consapevolezza che non avrò mai ciò che desidero davvero.
Sono pronto ad andare a muso duro contro chiunque cerchi problemi, contro chiunque dia disposto a farmi sentire vivo. Sono pronto a farmi fare a pezzi in un vicolo, non ho paura di farmi ammazzare di botte. Non mi spaventa l’eventualità di finire in un fosso come la carcassa di un animale.

Vago a piedi nella notte, alla ricerca di qualcosa di sconosciuto, cercando un graal, cercando una sacra sindone da venerare. Sono alla ricerca di qualcosa. Di una musa. Dell’ispirazione.
Forse sono solo alla ricerca di una prova della mia esistenza.
Cosa dimostra che io sono vivo?
Cosa mi rende concreto?
Mancano nella notte le risposte. Mancano nel giorno. Ci sono solo domande che prendono fuoco ad ogni alba e si cicatrizzano ogni notte.
Non c’è nessuno per me, nessuno che possa capirmi veramente perché sono diverso da come mi immaginano. Pensano di sapere tutto di me anche se poi sono quelli che mi conoscono di meno.
A guardare la mia vita mi sembra tutto sbagliato, tutto fuori posto.
Avrei bisogno di altre cose, quello che ho non coincide con quello che dovrei avere.
Saltano i patti con Dio, saltano ricordi e saltano gli amori. Saltano i nervi e scavano i dubbi in me.
Il rosso è colore del sangue, il nero colore della morte.
Non so più a chi rivolgermi, mi sento davvero impotente perché sono solo. “Ogni uomo è un’isola” diceva chissachi in una canzone.
Ho bisogno di trovare un mezzo per comunicare al mondo ciò che è contenuto in me. Ho bisogno di un megafono perché sono troppo insulso per i valori che porto e che vorrei condividere con voi.
Non sono di questo mondo, è chiaro. Non sono adatto a stare con voi. Non sono adatto a volervi bene. Il problema sono io e non lo nega nessuno.
Mio padre che mi guarda e sembra volersi congratularsi con me, ma non lo fa. Un film che devo ancora vedere, mille libri da leggere.
Sono i miei traguardi mentre io sono il mio unico limite.
E forse voi sarete il mio pubblico.

18 October 2007

Cani sciolti

Mi hanno sparato per una stupida storia di soldi. Dovevano restituirmi pochi spicci eppure ho voluto fare lo spaccone e minacciarli di fargliela pagare cara se non mi avessero restituito tutto subito.
Mi sono ritrovato circondato all'uscita di casa, mi hanno preso e gettato in macchina. Gli interni erano tutti di pelle e la macchina era veloce e silenziosa, non esitava mai come se sapesse esattamente dove andare. Era chiaro, avevano una missione precisa.
Mi hanno portato in un sentiero in mezzo ai campi di grano e mi hanno fatto scendere dalla macchina con i polsi legati stretti l'uno all'altro. Mentre mi legavano mi hanno anche rotto il tuo braccialetto e non se ne sono nemmeno curati.
Mi hanno messo in ginocchio con la faccia alla luna. Mi tiravano i capelli e intanto mi dicevano che avevo veramente passato il segno, che avevo scelto le persone sbagliato con cui fare lo strozzino. Mi dicevano che i cani sciolti loro li sopprimono immediatamente.
Mi hanno colpito per un'infinità di tempo, mi picchiavano con delle mazze e delle catene, ma anche a mani nude o con calci. Dopo pochi minuti avevo il respiro spezzato e vedevo poco o niente. Mi sentivo tutte le ossa rotte.
Poi mi hanno rimesso in ginocchio e mi hanno pisciato addosso. Si sono puliti su di me.
Poi mi hanno puntato una pistola alla base della nuca e mi hanno sparato.

Sono rimasti qualche minuto a contemplare la loro opera discutendo su come sbarazzarsi del mio corpo. Alla fine hanno preso dal bagagliaio della macchina una grossa tanica di plastica opaca piena di benzina e mi hanno inzuppato per bene. Mi hanno dato fuoco e mi hanno abbandonato al mio falò nel bel mezzo della notte stellata.
Brillavo in maniera inconsapevole.
In fondo era colpa mia: con tutta la vita davanti non avrei dovuto cacciarmi in quella situazione più grande di me.
Mi hanno ritrovato la mattina dopo, non riuscivano nemmeno a riconoscermi.
Mi hanno lasciato lì a brillare in mezzo alle stelle.
Non avrei voluto che mia madre vedesse tutto quello.

Mi hanno trasformato in una stella. Sono diventato uno dei tatni gridi in una Sicilia straziata.
Le canzoni e gli slogan non servono a niente per quelli come me, e nemmeno la giustizia.
Li vedo ancora i miei assassini. Loro vagano inconsapevoli in mezzo ai fantasmi delle loro vittime.
Loro non lo sanno. Noi siamo a migliaia.

17 October 2007

Icarus

Non c’è niente. Marcia vita marcia gente marce speranze marci pensieri marce mele marci sogni marcio futuro marcio passato marcio divenire marcio avvenire marcio carattere marce compagnie marci amici marci aborti marci dolori marci tradimenti marci sentieri marce illusioni marce convinzioni marci sforzi marce note marce canzoni marci sospiri marci baci marci abbracci marcio sesso marce morti marci spari.
Ogni giorno prego per ascoltare un disco nuovo. Avrei bisogno di un nuovo paio di ali perché le mie me le hanno strappate.
Dovrei avere in mano le chiavi del mondo, dovrei aver tutta la vita a disposizione per esaudire i miei desideri. Ho solo la polvere.
Forse sei tu l’unico fortunato che ha lasciato questo mondo. Forse solo così si può vedere il cielo. Forse guardare in alto per pregare non porta davvero nessun aiuto. Sentirsi fratelli ci rende solo più gelosi.
Non voglio più vedere il sangue dei miei fratelli sparso in terra. Questa è la mia lingua, queste sono le mie rime, questa è la mia poesia.
Questo è tutto quello che ho. Ne più, ne meno.

15 October 2007

Il mondo attraverso i miei occhi

Solo per oggi, solo per questi brevi istanti, il mio compito è quello di creare un universo. La seduzione delle parole è diventata un’ossessione per me. Le storie, le passioni. Ogni fiore che posso creare con le parole è diventato un figlio per me. Non riesco a resistere ad un impulso perversamente dolce.
Voglio scrivere. Oggi e per tutta la mia vita. Voglio scrivere perché è l’unica cosa che mi rende felice. La completezza che un artista prova di fronte alla sua opera è qualcosa di impagabile. Io mi reputo un nulla, non mi do più importanza di quella che merito, cioè poca. Ma non per questo amo di meno quello che faccio. Non per questo mi convinco che non sarò mai uno scrittore.
Un poeta.

Spesso i sogni delle persone vengono catalogati come lussi. Devi essere concreto, devi poter esser piazzato sul mercato con un curriculum solido e altisonante. Devi essere vendibile.
Ma cosa rende un imprenditore pieno di denaro e di azioni più vendibile di un adolescente che sogna di poter essere grande? Che sogna di poter condividere con il mondo le proprie sensazioni e i propri peccati.
Il cammino verso la grandezza non si misura né in denaro né in copie vendute, ma solo nell’intima soddisfazione che si prova a creare qualcosa che si ama.
Io amo scrivere perché mi rende felice. Perché mi far star bene.
E forse perché mi può far essere quello che voglio: la scrittura è l’unico mezzo che ho per evadere da un mondo, il mio, che mi rivela sempre meno sorprese. Posso trasformarmi secondo il mio umore. Posso mettermi a scrivere immerso in un buio di tomba o farmi baciare dal sole. Posso scrivere da sobrio o da ubriaco. Posso mostrare quello che voglio del mio animo, non soltanto quello che l’ambiente attorno a me mi concede.
Scrivere è un grande inno alla libertà, è il mezzo più esplosivo per esprimere se stessi. Scrivere è la vita stessa per alcuni. Scrivere può essere peccato ma anche confessione. Scrivere è libertà assoluta.
Ogni giorno, ogni istante, ogni vita.

Non aspiro alla grandezza dei best-seller, non voglio vendere milioni di libri. Voglio solo che qualcuno capisca e possa vedere il mondo attraverso i miei occhi. Voglio concedermi a qualcuno per tutte le volte che vorrà.
Quando guarderò i miei fogli, quando toccherò la carta dove ho impresso le note della mia anima, allora avrò dato un senso alla mia vita. Solo quando mi sentirò perfetto lo sarò realmente.

04 October 2007

S-O-S

Sono tornato a scrivere. Sono stanco.
Non so cosa succeda. Le mie frasi sono brevi. E spezzate. Odio tutto.
In questi giorni sto pensando. Sto riflettendo sul mio futuro.
Cosa c'è in serbo per me? Cosa devo fare?

Ho bisogno del mio dramma. Ho bisogno di qualcosa che alimenti la mia trama. Qualcuno mi dia un consiglio. Qualcuno, invece di passare, leggere, prendere qualcosa di mio in maniera totalmente gratuita, mi dia qualcosa di suo.
Qualcuno di voi mi dica cosa devo fare.
Il mio dramma è non averne affatto, di drammi. Il mondo della finzione diventa più reale per chi non ha colpi di scena da sfoderare.
Aiutatemi.
Fate un piccolo sforzo.
Non vi chiedo tanto.
Datemi solo uno spunto. Datemi il la perchè io possa riprendere la mia ispirazione.
Aiutatemi.

Ditemi qualcosa.

Non voglio più sentire unicamente la mia eco.

Il silenzio sembra voglia inghiottirmi.

Aiutatemi...